La valutazione dello stato nutrizionale è il primo passo necessario per individuare problematiche, patologie e pianificare trattamenti o percorsi dietologici realmente efficaci. Gli esami necessari per la valutazione dello stato nutrizionale prevedono l’analisi della composizione corporea, delle abitudini alimentari, dei parametri bioumorali e della storia clinica.
Successivamente è importante indagare il rapporto del paziente con il cibo, il comportamento alimentare, gli stati emotivi e psicologici dovuti alla condizione di sovrappeso.
Lo stato nutrizionale dell’individuo è direttamente correlato al suo stato di salute: denutrizione o alimentazione irregolare possono infatti favorire l’insorgere di patologie, così come alcune patologie anche di natura psicosomatica possono influenzare il comportamento alimentare.
Una valutazione dello stato nutrizionale deve necessariamente indagare questi elementi e ordinarli per causa ed effetto, in modo da ricostruire un quadro completo.
È tale la relazione tra malattia e nutrienti, che s'impone un'adeguata collocazione della diagnostica nutrizionale nella pratica clinica quotidiana. Il percorso diagnostico non è difficile; il percorso è tradizionalmente delineato nella routine ambulatoriale attraverso le tre classiche indagini di:
Analisi dell'alimentazione;
Analisi della composizione corporea;
Analisi dei parametri di laboratorio.
Questo esame non invasivo consiste in un’analisi della composizione corporea con rapidità e precisione. L’impedenziometria (nota anche come Body Impedance Analysis) permette una stima di FM, FMM e dell’acqua corporea totale (TBW).
Si differenzia dall'antropometria per la rapidità dell'indagine e avvalendosi di una strumentazione elettronica, risulta più appetita come metodica altamente tecnologica. Va comunque enunciato che plicometria e impedenziometria si completano vicendevolmente.
In termini semplicistici l'impedenza è la forza che il corpo oppone al passaggio di una corrente alternata, di piccola intensità, pari a 800 mA.
L'impedenziometria è, di conseguenza, la tecnica che misura i parametri di tale forza di opposizione, ovvero misura:
Resistenza (R), Impedenza (Z) e Reattanza (Xc), in Ohm. Parametri fisici, questi, evidenzianti la differente risposta delle strutture biologiche. I fluidi intra- ed extracellulari, infatti, si comportano come conduttori resistivi (R); mentre le membrane cellulari, come conduttori reattivi (Xc).
Angolo di fase - F - in gradi. È noto che l'angolo di fase di un uomo sano oscilla fra i 5 ed i 14 gradi, in relazione all'integrità delle membrane cellulari nel rallentare il flusso di corrente. A fronte di uno stato patologico, l'angolo di fase mostra valori inferiori a 4.5 gradi.
In breve: si assume che il valore della R sia correlato ai fluidi e agli elettroliti corporei e il valore della Xc sia legato alla capacità delle membrane cellulari integre di trattenere le cariche, a guisa di condensatori.
Nella routine clinica ambulatoriale si usano BIA tetrapolare in mono frequenza (50kHz) e BIA tetrapolari in multifrequenza, cioè con frequenze oscillanti da 1KHz a più di 300KHz.
La multifrequenza ha consentito di approfondire la ripartizione dell'acqua corporea nelle sue componenti intra ed extracellulari.
Sulla base che:
Recentemente l'impedenzometria è stato innovato, nella sua configurazione hardware e nel suo corredo scientifico, per conseguire analisi distrettuali e segmentali in multi frequenza.
La BIA Segmentale impiega da 6 a 8 elettrodi, posti su gli arti inferiori e superiori del corpo. L'impedenziometria segmentale trova un'applicazione elettiva in medicina estetica in quanto in grado di produrre valori di FFM, FM, ICW - ECW, e TBW, rispettivamente del tronco, delle braccia e delle gambe. È evidente che l'analisi BIA delle componenti segmentali, giunge d'utilità estrema nella stima e nel controllo delle sedi anatomiche sottoposte ai trattamenti medico estetici, quali: la pressoterapia, la mesoterapia, l'adipoclasia a ultrasuoni, la terapia elastocompressiva, la chirurgia laser assistita, l'esercizio fisico mirato. Conoscere le variazioni delle componenti tissutali nei singoli distretti è utile per il medico, che migliora l'impostazione del trattamento, e per il paziente che disporrebbe di un dato oggettivo più raffinato rispetto alle comuni circonferenze. A puro titolo esplicativo valgono le seguenti osservazioni fisico-cliniche:
Si raccomanda per la corretta standardizzazione della misura che:
Le condizioni ambientali, la posizione del corpo, la variazione ponderale e il tempo di permanenza del soggetto in posizione supina, influenzano grandemente il valore di Z. La non adesione alle su indicate variabili produce valori di composizione corporea errati e talvolta assurdi. La posizione supina è importante in relazione ai fluidi che si ridistribuiscono tra tronco ed estremità, nella fase del passaggio tra ortostatismo e clinostatismo. Obesi, scompensati, o pazienti con linfedema, gambe a colonna, edema perimalleolare e IVC, risentono particolarmente dell'effetto gravità sulla distribuzione corporea dei fluidi e, pertanto, la migliore rilevazione si consegue solo sul soggetto in posizione supina. I principi esposti, denunciano che già la variazione dei valori assoluti di Z è prognostica dello stato ritentivo, o in generale del grado di idratazione dei tessuti. Se i tessuti sono sovra idratati i valori di Z saranno bassi; mentre se disidratati tenderanno ad innalzarsi. L'osservazione è di per sé discriminante nei confronti delle bilance che già per loro costruzione offrono scarsa possibilità di standardizzazione nella misura.
Questo esame, eseguito in pochi centri italiani, misura con precisione il metabolismo basale, fornendo indicazioni utili per la pianificazione di diete personalizzate.
Tale valore è indispensabile per impostare un piano dietetico mirato alle esigenze nutrizionali individuali. Una "dieta su misura" così elaborata permette, oltre alla perdita di peso, una maggiore facilità nel mantenere i risultati raggiunti. Non è opportuno, infatti, assumere una quota calorica al di sotto del proprio metabolismo basale poiché, in questa situazione, l'organismo mette in atto meccanismi di difesa, risparmiando sulla spesa energetica (abbassando il metabolismo) e compromettendo la massa muscolare, che viene utilizzata come fonte energetica, provocando un calo di peso da malnutrizione.
Per raggiungere un peso sano non si devono diminuire le calorie, ma combinare in maniera appropriata l'apporto di nutrienti e il consumo energetico giornaliero.
L'utilizzo si basa sul fatto che l'energia assunta dall'uomo è sotto forma di energia potenziale, che viene trasformata in energia termica, cinetica e in altra energia chimica potenziale.
E. chimica (alimenti) = E. termica + E. cinetica + E. chimica
Il soggetto viene analizzato in condizioni basali, ovvero a digiuno da circa 12 ore, a riposo termico, meccanico e psichico, potendo così trascurare sia l'energia cinetica che quella chimica potenziale assunta dalla dieta.
Pertanto: E. termica = - E. chimica
Calcolando l'energia termica rilasciata si ha un quadro preciso delle calorie utilizzate dal nostro organismo a riposo.
Nella calorimetria indiretta si misura, separando l'aria inspirata da quella espirata dal paziente attraverso uno spirometro, il consumo di O2 e l'emissione di CO2.
Il test è molto semplice e non invasivo, dura una ventina di minuti e permette inoltre di calcolare l'ossidazione dei substrati energetici (glucidi, lipidi, protidi).
La calorimetria indiretta, in abbinamento con la Bioimpedenziometria (Test BIA) permette di avere una visione completa del paziente, dal fabbisogno energetico, allo stato di nutrizione e idratazione, alla composizione corporea (massa grassa, massa magra).
Il Dietologo Nutrizionista Clinico Dott. D'Andrea Federico ti aspetta a Novara per un’attenta valutazione dello stato nutrizionale